Nutrizione e sistema immunitario: considerazioni durante la pandemia da COVID-19
Durante la pandemia da COVID-19 sono sorte sfide su come supportare in modo ottimale il sistema immunitario nella popolazione.
Frequentemente, uno stato nutritivo scadente è associato a infiammazione e stress ossidativo, che a loro volta possono avere un impatto sul sistema immunitario. Una risposta immunitaria ottimale dipende anche da una dieta e un’alimentazione adeguate.
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La risposta immunitaria è fortemente modulata dallo stress ossidativo e dai processi infiammatori. Il meccanismo di difesa naturale non specifico o innato deriva dalle cellule della linea mielocitica e fornisce una risposta immediata.
Se agenti patogeni (cioè virus, batteri) invadono l’organismo, la risposta innata insieme al meccanismo di difesa specifico o adattativo derivato dalle cellule della linea linfocitaria, adattano la loro risposta secernendo proteine dirette verso patogeni intra ed extracellulari, tra cui diversi citochine rilasciate dai macrofagi, innescando l’infiammazione per migliorare la risposta.
Anche l’infiammazione e lo stress ossidativo contribuiscono al normale funzionamento del corpo umano.
Stress ossidativo e radicali liberi
In particolare, lo stress ossidativo gioca un ruolo essenziale nei processi mitocondriali. Il ruolo dello stress ossidativo durante l’infezione non è completamente chiarito, ma è stato dimostrato che i radicali liberi proteggono dai microrganismi invasori.
Alla prima esposizione ai patogeni, si verifica una forte risposta del sistema di difesa innato all’inizio della fase di infezione.
Pertanto, un certo livello di infiammazione è fisiologico e necessario per l’attivazione ottimale della risposta immunitaria.
infiammazione sistemica di basso grado cronica
Tuttavia, l’infiammazione sistemica di basso grado è comune in diverse condizioni, tra cui malattie cardiovascolari, malattie infiammatorie intestinali, diabete di tipo 2, artrite, cancro e obesità.
Gli individui con infiammazione cronica di basso grado presentano un sistema immunitario innato disregolato, con conseguente aumento del rischio di infezione.
Il sistema immunitario è correlato a molteplici aspetti della regolazione fisiologica come la regolazione ormonale, la regolazione metabolica, i ritmi circadiani e l’utilizzo dei nutrienti.
La malnutrizione e risposta immunitaria
In particolare, la malnutrizione può compromettere la risposta immunitaria, alterando la rigenerazione e la funzione cellulare e rendendo gli individui più inclini alle infezioni. Ad esempio, è noto che nelle zone economicamente povere con malnutrizione proteica, il rischio di infezione è elevato.
Inoltre, l’infiammazione correlata a cattive abitudini alimentari ha raggiunto dati allarmanti, soprattutto per quanto riguarda numerose malattie cardio-metaboliche legate a infiammazioni croniche di basso grado come sovrappeso/obesità, diabete di tipo 2, sindrome metabolica e malattie autoimmuni e cardiovascolari.
Un numero crescente di prove evidenzia che le modifiche dietetiche e i fattori nutrizionali possono avere un forte impatto sull’infiammazione cronica di basso grado ed il rischio di infezione virale.
I componenti della dieta come fattori chiave di un forte sistema immunitario e un basso rischio di infezione
Proteine
Uno stato basso di proteine dovuto a un basso apporto proteico, cioè al di sotto del peso corporeo raccomandato di 0,8 g/kg, è stato riconosciuto aumentare il rischio di infezione.
Inoltre sono stati riconosciuti gli aspetti piuttosto pro-infiammatori delle proteine di origine animale e le proprietà antinfiammatorie delle proteine di origine vegetale.
Pertanto, l’assunzione di proteine ad alto valore biologico e scelte dietetiche sane, come uova, pesce, carne magra (p. es., pollame) e proteine del siero di latte (o altre proteine del latte senza grassi), se consumate insieme ai pasti, può ridurre la lipogenesi e l’infiammazione post-prandiale.
È anche noto che le proteine ad alto valore biologico, cioè contenenti gli aminoacidi essenziali nelle quantità richieste, possono ridurre la risposta glicemica post-prandiale e migliorare la sazietà grazie al loro effetto sulla prolungata ritenzione gastrica e sul tempo di transito gastrointestinale.
Pertanto, le proteine di alta qualità sono una componente essenziale di una dieta antinfiammatoria. È noto inoltre che il consumo di una certa quantità di proteine ad alto valore biologico è cruciale per la produzione ottimale di anticorpi. Gli amminoacidi a catena ramificata possono mantenere la morfologia dei villi e aumentare i livelli di immunoglobuline intestinali, migliorando così la barriera e la risposta intestinale.
Lipidi
Le due classi essenziali di acidi grassi, omega-6 e omega-3, devono essere consumate all’interno della dieta poiché il corpo umano non è in grado di produrle. È stato dimostrato che l’assunzione di acidi grassi omega-3 da pesce e frutti di mare innesca reazioni antinfiammatorie attraverso metaboliti ossigenati.
Uno squilibrio di acidi grassi saturi/insaturi e omega-6 / omega-3 ha importanti implicazioni per l’omeostasi del sistema immunitario, che può favorire l’insorgenza di condizioni allergiche, autoimmuni e metaboliche.
Poiché gli acidi grassi omega-3 e omega-6 possono competere per gli stessi enzimi, elevate concentrazioni di acidi grassi omega-6 possono ostacolare il metabolismo degli acidi grassi omega-3. Pertanto, si raccomanda di mantenere un sano equilibrio tra omega-6 e omega-3.
Carboidrati e microbioma
L’iperglicemia acuta indotta da alto indice glicemico e la risposta insulinica acuta, dovute all’elevato consumo di carboidrati trasformati (farina bianca, zucchero raffinato), portano ad un sovraccarico della capacità mitocondriale e ad un aumento della produzione di radicali liberi.
Livelli aumentati di TNF-α e IL-6 sono stati anche correlati con un indice glicemico/carico glicemico più elevato. Anche se isocalorico, la scelta di carboidrati di qualità superiore può migliorare la glicemia postprandiale e ridurre le risposte infiammatorie.
Gli alimenti meno elaborati e a basso indice glicemico, come verdure, frutta, noci, semi e cereali integrali, non innescano tali effetti infiammatori post-prandiali negativi.
Un altro vantaggio dell’assunzione di cereali integrali è anche un miglioramento del microbioma intestinale.
La fibra alimentare aumenta la diversità del microbiota intestinale e promuove la crescita di batteri come il Bifidobacterium spp. e Lactobacillus spp. Tali specie potrebbero contribuire a ridurre la crescita di agenti patogeni dannosi per la salute, tra cui Clostridium spp..
Un microbiota intestinale sano ricco di Bifidobacterium spp., Faecalibacterium spp., Ruminococcus spp. e Prevotellasp. è stato associato a una minore infiammazione sistemica.
Il microbiota nasofaringeo coinvolto nell’eziologia delle infezioni respiratorie, è stato evidenziato essere in correlazione con le infezioni del tratto respiratorio e il microbiota intestinale.
Minerali
La riduzione dei micronutrienti è stata associata ad un aumento del rischio di infezione. Ad esempio, l’assunzione di magnesio è stata inversamente associata alle concentrazioni di IL-6 e TNF-α in modo dose-dipendente.
Il magnesio è cofattore per molti enzimi, svolgendo un ruolo nel metabolismo energetico, e un livello basso potrebbe interferire con numerose reazioni enzimatiche. Allo stesso modo, oligoelementi come zinco, rame e selenio sono necessari come cofattori per una varietà di enzimi coinvolti nelle reazioni antiossidanti e sono stati implicati nel potenziamento del sistema immunitario.
Si evidenzia quindi l’importanza di uno stato nutritivo ottimale per rafforzare il sistema immunitario durante la pandemia da COVID-19, concentrandoci sui costituenti più rilevanti che riducono l’infiammazione e lo stress ossidativo.
Dottssa Marianna Grasso Biologa Nutrizionista
Studio scientifico:
Strengthening the Immune System and Reducing Inflammation and Oxidative Stress through Diet and Nutrition: Considerations during the COVID-19 Crisis
COVID-19 Crisis
by Mohammed Iddir Alex Brito, Giulia Dingeo ,Sofia Sosa Fernandez Del Campo, Hanen Samouda, Michael R. La Frano, and Torsten Bohn