Il linfedema è l’edema di un arto dovuto a ipoplasia linfatica (primitivo) o ad ostruzione o distruzione (secondario) dei vasi linfatici. La sintomatologia è rappresentata da edema duro non comprimibile, di consistenza fibrosa, in uno o più arti. La diagnosi è posta sulla base dell’esame obiettivo. Il trattamento consiste nell’esercizio fisico, nell’elastocompressione, nei massaggi e talvolta nell’intervento chirurgico. Generalmente non si ottiene la guarigione completa, ma il trattamento può ridurre o rallentare la progressione della malattia e prevenirne le complicanze. Questi pazienti sono a rischio di cellulite, linfangite e, più raramente, di linfangiosarcoma.

La sintomatologia del linfedema secondario comprende una fastidiosa dolenzia e una sensazione di pesantezza o gonfiore.

Il segno principale è rappresentato dall’edema dei tessuti molli, classificato in 3 stadi:

Stadio 1: l’edema è improntabile e l’area interessata spesso ritorna normale al mattino.
Stadio 2: l’edema non è improntabile (non a fovea) e l’infiammazione cronica dei tessuti molli causa precocemente fibrosi.
Stadio 3: l’edema è duro e irreversibile, in gran parte a causa della fibrosi dei tessuti molli.

L’edema è il più delle volte monolaterale e si può aggravare nelle stagioni calde, prima dell’arrivo della mestruazione e dopo che l’arto è rimasto a lungo in posizione declive. L’arto può essere coinvolto interamente oppure nella sola porzione prossimale o distale; l’ampiezza del movimento può essere compromessa quando la tumefazione linfedematosa è periarticolare. La comparsa di disabilità e lo stress emotivo possono essere rilevanti, specie quando il linfedema deriva da un trattamento medico o chirurgico.

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