Linfedema e cancro al seno

Il linfedema correlato al cancro al seno è una conseguenza negativa del trattamento chirurgico e correlati, si considera fattore di rischio la dissezione dei linfonodi ascellari e la radiazione dei linfonodi regionali ,colpisce circa 1 paziente su 5 trattati per cancro al seno e ha un significativo impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti in quanto rappresenta un  promemoria della malattia precedente.

Cosa causa il linfedema dopo trattamento del cancro al seno?

Una complicanza molto temuta del trattamento del cancro al seno, è il risultato di un’interruzione del sistema linfatico che impedisce un adeguato drenaggio dai vasi linfatici provocando l’accumulo di liquido linfatico ricco di proteine ​​nello spazio interstiziale Questo liquido in eccesso può causare gonfiore anormale al seno, al tronco o all’estremità superiore sul lato del trattamento.

Sintomi di linfedema post trattamento chirurgico

A seconda dell’entità dell’edema, i sintomi possono includere tensione del braccio, pesantezza , dolore e ridotta funzionalità degli arti Inoltre, con il progredire, possono verificarsi depositi adiposi e fibrosi influenzando negativamente la qualità della vita del paziente, causando tassi elevati di depressione e ansia, oltre a menomazione fisica rispetto ai pazienti senza linfedfema

Fattori di rischio del linfedema secondario e linfonodi asportati

I principali fattori di rischio includono la dissezione dei linfonodi ascellare e la radiazione dei linfonodi regionali ai quali si aggiunge la mancanza di ricostruzione del seno come un altro fattore di rischio correlato al trattamento. Al contrario, esiste discordanza in letteratura riguardo al rischio rappresentato dalla chemioterapia a base di taxani

Tipo di intervento chirurgico e linfedema :

Il tipo di chirurgia ascellare determina in gran parte il rischio di un individuo di sviluppare linfedema. Sia l’asportazione del gruppo linfonodale che la biopsia del linfonodo sentinella

( manifestazioni minori in quanto meno invasivo) mettono i pazienti a rischio per tutta la vita di sviluppare linfedema, si è stimato che i pazienti che ricevono rimozione dei linfonodi hanno un’incidenza di linfedema quattro volte superiore rispetto a quelli che ricevono rimozione linfonodo sentinella (19,9%e 5,6% rispettivamente)  Kim e colleghi hanno dimostrato che i tassi di incidenza di linfedema nei pazienti con 10 o più linfonodi ascellari rimossi erano significativamente maggiori rispetto ai pazienti con meno di 10 linfonodi sezionati (27% vs 6%) anche  McLaughlin e colleghi hanno trovato una differenza significativa nel numero di linfonodi ascellari rimossi per i pazienti che non hanno sviluppato linfedema rispetto a quelli che lo hanno fatto (19 vs 22)

Fattore rischio linfedema e radioterapia

Shaitelman e colleghi calcolano l’incidenza di manifestazione linfedema per i pazienti sottoposti a radiazioni della sola parete toracica / mammaria come 7,4% (IC 95%: 5,1-10,0), mentre per varie combinazioni di radioterapia si passa dal 10,8% al 15,5 %

Ricostruzione del seno e linfedema

Si è scoperto che la ricostruzione immediata riduceva significativamente il rischio di linfedema . In particolare, la ricostruzione immediata con impianto di protesi ha offerto una maggiore riduzione del rischio rispetto alla ricostruzione autologa immediata:(ricostruzione con lembo addominale o lembo del gran dorsale, ricostruzione  con trapianto di grasso lipofiller)

Questi risultati sono simili a quelli di uno studio precedente di Avraham e colleghi che hanno scoperto che coloro che si sottoponevano alla ricostruzione del seno con espansore tissutale avevano tassi significativamente più bassi di manifestazione linfedema (5% contro 18%; )

 

Linfedema e Chemioterapia

Esistono prove meno conclusive per suggerire la chemioterapia come fattore di rischio.

Pertanto, sebbene sia chiaro che i taxani, in particolare il docetaxel, causano edema, non vi è un chiaro consenso nella letteratura sul fatto che la chemioterapia a base di taxani sia un fattore di rischio

Fattori di rischio di linfedema secondario soggettiva (indice di massa corporea BMI)

Gli studi hanno dimostrato diversi fattori di rischio non correlati al trattamento del cancro al seno, tra cui indice di massa corporea (BMI) al momento della diagnosi, edema subclinico e cellulite infettiva sul lato del trattamento

Fu e colleghi hanno studiato l’influenza del BMI sul fluido linfatico utilizzando la spettroscopia di bioimpedenza (BIS) per lo screening del linfedema in una piccola coorte di 140 donne. Hanno scoperto che le donne obese (BMI ≥30) avevano maggiori probabilità di avere un punteggio L-Dex maggiore di 7,1, che era la loro definizione operativa per il linfedema, rispetto al gruppo normale / sottopeso (18,5-24,9, <18,5 rispettivamente) e il gruppo in sovrappeso (25,0-29,9) prima dell’intervento chirurgico e durante l’anno successivo

Influenza del peso sul linfedema

Questo risultato supporta i precedenti studi sul volume del braccio che indicano un BMI ≥30 al momento della diagnosi come modificatore del rischio BCRL.

Anche le fluttuazioni di peso durante e dopo il trattamento possono essere un fattore di rischio Jammallo et al. hanno dimostrato che le fluttuazioni di peso post-operatorie superiori a 10 libbre al mese, perse o guadagnate, aumentavano il rischio di BCRL

 

 

Presenza minima di edema post chirurgia predittore di linfedema?

Edema subclinico (in fase precoce o in forma lieve, sfugge all’esame clinico e può essere scoperto con indagini di laboratorio o strumentali).

L’edema subclinico ha dimostrato di essere un fattore di rischio Specht e colleghi hanno prima studiato la relazione tra gonfiore subclinico e progressione al linfedema, definito come variazione di volume relativa> 10%,. Hanno esaminato prospetticamente 1.173 pazienti trattate per cancro al seno con perometria e hanno riscontrato piccoli aumenti del volume del braccio (≥3% ma <5%) così come aumenti maggiori del volume del braccio (≥3% ma <10%) entro 3 mesi dalla chirurgia ha aumentato il rischio di linfedema, questi studi dimostrano quindi l’importanza dello screening per gli aumenti precoci del volume del braccio postoperatorio per informare sul rischio ed eventuale prevenzione del linfedema..

Uso del tutore compressivo come prevenzione

Stout e colleghi hanno esaminato con successo 196 pazienti ai quali  sono stati forniti indumenti compressivi nel caso di aumento> 3% del volume del braccio rispetto  alla misurazione preoperatoria e alle variazioni del volume del braccio controlaterale. Dopo 4 settimane, i pazienti che hanno ricevuto l’intervento precoce hanno avuto una significativa riduzione del volume che è stata mantenuta alla visita di controllo di quattro mesi

Intervento chirurgico e linfedema

Il miglioramento delle tecniche di trattamento per ridurre al minimo i disturbi linfatici è un’altra strada di ricerca nella prevenzione Uno dei modi principali per prevenire l’interruzione linfatica è eseguire interventi chirurgici nodali meno invasivi. Il concetto di rimuovere solo i linfonodi sentinella ovvero i linfonodi che per primi ricevono il drenaggio dal tumore, era un concetto proposto da Cabanas negli anni ’70

Poiché la ricerca ha ulteriormente dimostrato l’efficacia di questa procedura per indicare metastasi nodali senza diminuire i tassi di sopravvivenza le moderne tendenze chirurgiche si sono spostate verso l’uso più conservativo quando possibile

È imperativo non solo comprendere i fattori di rischio che influenzano il linfedema secondario, ma anche utilizzare questa conoscenza per informare le misure preventive e gli approcci diagnostici.

Trattamento del linfedema secondario

L’intervento di prima linea per il trattamento del linfedema secondario prevede due fasi distinte: terapia di riduzione e terapia di mantenimento. La terapia riduttiva prevede tipicamente una terapia decongestionante completa (CDT) somministrata da un terapista di linfedema certificato, il cui obiettivo è ridurre i sintomi e il volume degli arti. La CDT è personalizzata per ogni paziente, ma in genere include drenaggio linfatico manuale (MLD), bendaggio compressivo, esercizio fisico, cura della pelle e educazione del paziente. Una volta ottenuto il volume degli arti ridotto al minimo con CDT, in genere dopo diverse settimane, inizia la terapia di mantenimento. Ciò può includere MLD (linfodrenaggio manuale), indumenti compressivi, esercizio fisico e cura della pelle.

 

Bibliografia

Estratto da “Linfedema correlato al cancro al seno: fattori di rischio, misure precauzionali e trattamenti”Tessa C. Gillespie 1 , Hoda E. Sayegh 1 , Cheryl L. Brunelle 2 , Kayla M. Daniell 1 , Alphonse G. Taghian 1

foto<a href=”https://it.freepik.com/foto/persone”>Persone foto creata da wayhomestudio – it.freepik.com</a>

 

 

 

 

Leave a Reply